Facebook e il suo deleterio "Nuovo Umanesimo"

Facebook e il suo deleterio “Nuovissimo Umanesimo”

Ecco perché è pericoloso usare male i social.

L’Umanesimo fu un importantissimo movimento culturale ispirato fondamentalmente da Francesco Petrarca e in parte anche da Giovanni Boccaccio.

Tendeva a recuperare i classici latini e greci, ma concentrandosi sulla loro storicità e tralasciando l’interpretazione allegorica.

In questo modo il Petrarca intendeva avviare una “rinascita” dei costumi, dei valori e della cultura dopo i cosiddetti “secoli bui” del medioevo. Che il medioevo abbia avuto invece moltissimi risvolti positivi è un argomento che esula da questa sede, ma che trova la sua conferma nelle più recenti ricerche.

L’Umanesimo è sintetizzato dagli studenti, giustamente, in una breve frase: “L’Uomo al centro dell’Universo”. Fu questa infatti la nuova concezione psicologica degli Umanisti, che rivalutavano la figura umana in uno studio antropologico serio e scientifico. E ciò anche dal punto di vista letterario.

Il “Nuovissimo Umanesimo”

Anche ai nostri giorni, con le dovute proporzioni e gli enormi “distinguo”, stiamo vivendo qualcosa di simile. La collocazione storico-concettuale è completamente diversa, ma è innegabile che sia in atto un tentativo di riporre l’Uomo al centro dell’Universo.

I presupposti sono però molto diversi. La tecnologia ci ha regalato strumenti che potrebbero essere impagabili. E se una volta il linguaggio della cultura poteva raggiungere solo una stretta cerchia di privilegiati che conoscevano il Latino e il Greco, oggi non è più così.

Chiunque sia in possesso di un computer o di uno smartphone può accedere all’informazione, in lingua corrente, soprattutto attraverso i social.

Ma qual’è l’Uomo che oggi si mette al “centro dell’Universo”? In direzione di quale soggetto noi stiamo impostando i nostri studi e la nostra attenzione?

Certamente non è più l’Uomo idealizzato dell’Umanesimo. Oggi è facile per chiunque proporre la propria visione, ma quel che è grave è che purtroppo non ci si preoccupa che questa opinione sia attendibile.

Il rapido sviluppo dei mezzi di comunicazione ha fatto in modo da ritenere “giusto” ciò che sia stato scritto o detto attraverso i media. Ricordate l’adagio degli anni ’60: “L’ha detto la televisione!”.

Bisogna prendere atto che i social sono una palestra libera e spontanea, ma che di culturale ha purtroppo molto poco. Non esiste un vero controllo sulle asserzioni pubblicate, e spesso diviene occasione di sfoggiare una cultura limitata e pericolosa da diffondere in relazione al senso della conoscenza.

Utilizzare Facebook, Twitter o altro, esclusivamente per motivi banali è molto pericoloso perché si corre il rischio di vanificare l’importanza che i social potrebbero avere per la crescita culturale. Non bisogna certo trasformarli in una scuola, e lo spazio per il divertimento e lo scambio di informazioni “leggere” dovrebbe essere garantito. L’attualità però ci regala dei social quasi esclusivamente utilizzati a scopi per i quali essi NON sono nati. O per lo meno non erano previsti in questo modo.

Un discorso ancora più serio si manifesta quando appaiono notizie viziate da superficialità, pressapochismo, relativismo culturale. O peggio ancora notizie e informazioni decisamente false, scritte magari non con intento doloso, ma con scarsa conoscenza degli argomenti.

La tentazione di coloro che si “nascondono” dietro alla tastiera è forte. I social danno la possibilità di dipingerci all’esterno, qualora lo volessimo, anche come non siamo. Magari come vorremmo essere.

Ecco quindi cosa rischiamo di mettere al “centro dell’Universo”. Un Uomo falso e debole. Un’entità che si maschera dietro le proprie paure fingendosi forte.

L’Umanesimo del Petrarca ne esce perciò svilito da questo “Nuovissimo Umanesimo” che vede regnare i “leoni da tastiera”.

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